4 dicembre 2024
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Percorso Paleontologico

Il Percorso Paleontologico è un anello che parte dall’Abbazia di Farneta, attraversa il paese, il Museo di Don Sante e abbandona l’asfalto attraversando un terreno agricolo. Al termine di questo tratto si trova un sentiero che riporta in località La Villa e di nuovo all’Abbazia di Farneta. Il percorso è integrato da indicazioni segnaletiche e pannelli didattici.

 

 

Il visitatore è guidato attraverso i luoghi di ritrovamento dei reperti fossili, per poi soffermarsi ad ammirare le collezioni dell’Antiquarium presso l’Abbazia e il piccolo museo paleontologico, in un’atmosfera che fa assaporare il gusto dell’avventura e della scoperta riportandoci indietro nel tempo.

  • Percorso Paleontologico “Don Sante Felici” Distanza: Km 5 | Tempo di percorrenza: 1 ora | Difficoltà: Bassa

    Distanza: Km 5
    Tempo di percorrenza: 1 ora
    Difficoltà: Bassa

    Descrizione del percorso
    Si parte dall’Abbazia di Farneta, gioiello dell’arte romanica, fondata dai Monaci Benedettini tra il IX e X secolo e dedicata alla Vergine Assunta. Dell’imponente complesso resta ormai solo la chiesa, anch’essa profondamente trasformata nel corso dei secoli. L’aspetto odierno si deve in gran parte alle trasformazioni settecentesche che ne hanno accorciato la pianta originale di 14 metri e distrutto, dalle fondamenta, l’antico campanile a forma quadrangolare, posto sul lato nord. La chiesa, con pianta a croce latina, è composta da una navata unica. Nel transetto si aprono quattro absidi semicircolari, da cui si accede alla cripta, la parte architettonicamente più interessante della chiesa, scoperta nel 1923. Da ognuna delle tre celle in cui è divisa si aprono tre nicchie, coperte da volte a crociera.

    Il primo stop è presso la Cava Bonatta, che prende il nome dall’antica fonte ancora esistente dove fu rinvenuto un premolare di Pachycrouta brevirostris, una iena di grandi dimensioni che si diffuse probabilmente dall’Africa a partire dal Pliocene superiore (1,8 milioni di anni fa). Vi furono rinvenuti anche resti di Equus stenonis e di Mammuthus meridionalis vestinus.

    Dopo aver tagliato attraverso i campi si raggiunge la Cava Liberatori, dove nel 1973 è avvenuto il famoso rinvenimento di “Linda”: uno scheletro di Mammuthus meridionalis vestinus di sesso femminile, alto 4,20 m e attualmente esposto al Museo di Storia Naturale di Firenze, Sezione Geologia e Paleontologia. Questo elefante si diffuse intorno ad un milione di anni fa in un ambiente caldo, tipo savana mista a boscaglia. Questa cava ha fornito anche altri resti, come il Praemegaceros obscurus, un cervo di grandi dimensioni.

    Presso Case Mercato furono scoperti nel 1965 un discreto numero di resti fossili appartenenti a più specie: bovidi, cervi di medio-piccole e grandi dimensioni come il Praemegaceros obscurus, cavalli e Homotherium crenatidens, un felide carnivoro caratterizzato dallo sviluppo notevole dei canini superiori. Dai dati geologici si deduce che l’ambiente nel Pleistocene superiore era caratterizzato da vaste pianure solcate da fiumi, con aree paludose fortemente sviluppate.

    Nella località detta Poggio il Melo furono rinvenuti altri resti di Mammuthus meridionalis vestinus, chiamati con il nome del proprietario della cava allora esistente, Gianni Schicchi. A Mitiano furono rinvenute le due zanne di Mammuthus, chiamato poi “Paride” da Don Sante Felici. L’ultima sosta è presso la Sorgente la Bozza dove nel 1964 furono ritrovate altre zanne e parte di un cranio di un cervo di medio-piccole dimensioni, denominato Pseudodama farnetensis.

    Testo tratto dalla guida “Antichi Orizzonti – Percorsi trekking della campagna cortonese”. Per informazioni su come ricevere la guida, scrivete a contact@cortonaweb.net

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