27 aprile 2024
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Mura, Porte e Rocche

Il circuito delle mura e delle porte urbane della città di Cortona si fonda su una impostazione etrusca, databile al IV sec. a.C., poi ristrutturato in età medievale e soprattutto alla metà del XVI sec. ad opera di Cosimo I de Medici, per il cui desiderio si rivide l’intero sistema difensivo cittadino, dalla Fortezza alle mura ai borghi.

La costruzione etrusca è ben riconoscibile per l’uso di grandi pietre ben squadrate e commesse, che si conservano in maniera imponente sia a Porta Montanina che tra Porta San Vincenzo e Porta Santa Maria; di essa si conserva un interessante tratto – rimasto poi fuori dal rifacimento rinascimentale – sotto la Fortezza de Girifalco, in località Torre Mozza.

Delle dieci porte urbane ipotizzate per l’epoca etrusca e delle otto di epoca rinascimentale ne restano oggi sei, tutte ancora utilizzate tranne una, Porta Berarda.

 

Porta S. Agostino, Cortona
  • Porta Montanina

    Splendidamente aperta sulla montagna cortonese, la porta è di impostazione etrusca, come ben dimostrano le grandi pietre che stanno alla base delle mura circostanti, poi rimaneggiata nel corso del medioevo e del rinascimento.

    Lungo il muro di sinistra, entrando in città, si riconosce l’alloggiamento dell’antico acquedotto romano che proprio qui entrava in città convogliandovi le acque delle montagne circostanti. Sempre su questo lato si può seguire l’andamento di un grande muro, ancora etrusco nella sua impostazione di base, che probabilmente era pertinente alle mura interne alla città che proteggevano la parte alta della etrusca Curtun, cioè l’acropoli.

  • Porta Colonia

    Una delle sei porte urbane rimaste in città conserva un titolo assai significativo, poiché sembra confermare la presenza di una colonia romana nella pianura chianina.

    Sia a destra che a sinistra della porta, nella parte più bassa delle mura, sono ben visibili le grandi pietre messe in opera dagli Etruschi sopra le quali furono poi progressivamente aggiunte murature più piccole, di età medievale e rinascimentale.

  • Porta Santa Maria

    Alla fine dell’attuale Via Roma si trova Porta Santa Maria, anch’essa di impostazione etrusca della quale resta – oltre alle solite grandi pietre – un tratto evidente dell’antico sistema fognario.

  • Porta Bifora

    Tra Porta Santa Maria e Porta di San Vincenzo (o Sant’Agostino) si incontra un’antica porta nota come Porta Ghibellina o Porta Bacarelli, oggi chiamata Porta Bifora. Si tratta di una porta etrusca a due fornici databile al II sec. a.C., che insiste su strutture più antiche e che ha avuto innumerevoli risistemazioni nel corso dei secoli.

    Le aperture della porta piuttosto strette, l’assenza di segni delle ruote dei carri nella pavimentazione e il rinvenimento nelle sue vicinanze di due statuette bronzee di divinità etrusche (oggi conservate al Museo dell’Accademia Etrusca) fanno supporre una sua funzione religiosa e cerimoniale.

    La tradizione vuole che attraverso questa porta siano entrati dietro tradimento interno i Guelfi di Arezzo nel 1258, mettendo a ferro e fuoco la città. In seguito, quando i Ghibellini cortonesi rientrarono in città, la porta venne murata e maledetta. È stata riaperta solo negli Anni ’90 del secolo scorso.

  • Porta San Vincenzo

    Tornati su Via Guelfa, alla fine della strada, a breve distanza delle mura nei pressi della Porta San Vincenzo, si trova un ambiente con copertura a volta e apertura al centro del soffitto, probabilmente riutilizzato come cisterna o deposito.

    Il suo primitivo utilizzo, tuttavia, sembrerebbe connesso con una strada coperta e voltata, forse di connessione con la porta urbana. La struttura sembra inquadrabile tra il II e il I sec. a.C.

  • Porta Berarda

    In via Santa Margherita è ancora ben riconoscibile una delle porte della cinta muraria medievale di Cortona, Porta Berarda, oggi inglobata in una villa privata.

    La porta deve fama particolare perché da qui entrò Santa Margherita penitente nel 1272. Accanto alla porta è la stazione iniziale della Via Crucis realizzata a mosaico da Gino Severini, che da Porta Berarda arriva fino al Santuario di S. Margherita.

    Il Severini immaginò così le quattordici stazioni convenzionali, più una iniziale con Santa Margherita in preghiera davanti al Crocifisso, da realizzarsi a mosaico entro edicole in pietra.

  • Fortezza del Girifalco

    La Fortezza del Girifalco si eleva austera a quota 651 mlm in un’area che domina l’intera Val di Chiana sottostante e la cui occupazione si è succeduta fin dall’età etrusco-romana, dapprima come area sacra e difensiva poi come zona di solo controllo e difesa.

    Dai documenti sappiamo che già nel 1258 qui si trovava il primo esemplare di fortezza, ma il Granduca Cosimo I volle il totale riordino delle mura urbane (1520) e quindi anche della rocca di Cortona che ad esse si congiungeva; per cui nel 1556 l’insigne ingegnere militare Gabrio Serbelloni, affiancato dai Cortonesi Francesco Laparelli, Bartolomeo Salti e Ludovico Sernini, iniziò i lavori di ricostruzione della Fortezza, i quali si conclusero nel 1561. Secondo i dettami già portati avanti dai Sangallo nelle altre fortezze medicee, la fortezza di Cortona ha base quadrilatera di forma trapezoidale e si imposta su quattro bastioni angolari di forme diverse per meglio adattarsi alle asperità del terreno: il bastione Santa Margherita a sud, il bastione Santa Maria Nuova ad ovest, Sant’Egidio a nord (quello che meglio esprime i caratteri tipici del baluardo cinquecentesco, con i fianchi semicircolari e quattro posti cannone) e San Giusto a est. Al loro interno erano le cannoniere, una delle quali oggi visitabile. Il corpo centrale, o maschio, è visitabile nella sua completezza; ad esso si accede tramite il camminamento esterno (la via ‘cordonata’) o seguendo la moderna scala interna.

    Attualmente la fortezza, aperta al pubblico nel periodo estivo, si avvia ad essere un importante centro per l’arte contemporanea nonché uno spazio utilizzato per eventi e manifestazioni culturali.

  • La Rocca di Pierle

    È questo uno splendido esemplare di castello sorto a custodia e protezione di importanti percorsi montani; la rocca si trova infatti sulla strada che porta ad Umbertide in Umbria e da lì in Val Tiberina e verso le Marche e l’Adriatico.

    La rocca fu costruita dai Casali verso la fine del XIII secolo, in una posizione letteralmente mozzafiato. Quando nel 1409 la città di Cortona venne conquistata dal re di Napoli Ladislao, anche il castello fu venduto alla Repubblica Fiorentina insieme alla città di Cortona.

    Ha una gigantesca pianta rettangolare sopra la quale si elevavano quattro torri delle quali ne restano due. Interessante il borgo che sorge proprio alla base della rocca, in parte ancora abitato.

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