28 marzo 2024
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Il Cortona DOC

Cortona, piccola città toscana, adagiata sul declivio di un colle verdeggiante di olivi, vigneti e cipressi, si affaccia su un panorama incantevole, quello della Valdichiana, una fertile pianura delimitata all’orizzonte da una fuga di dolci colline e dalla distesa del lago Trasimeno.

La leggenda, narrata da Virgilio, vuole che Cortona sia stata fondata dal mitico Dardano, prima del 500 a.C., da allora non ha mai smesso di regalarci importanti testimonianze di elevato interesse storico, artistico e culturale. Città-stato al tempo degli Etruschi, culla d’arte nel periodo rinascimentale e barocco ospitando artisti del calibro del Beato Angelico, Pietro da Cortona e Gino Severini è stata sempre attiva anche nella viticoltura.

La tradizione e le conoscenze storiche fanno risalire la produzione vinicola del cortonese già ai tempi degli Etruschi che date le favorevoli condizioni climatiche della zona impiantarono la vite utilizzando la tecnica del “sostegno vivo”, unendo cioè tale coltivazione ad altre piante arboree. Numerose sono le scene di banchetti con figure ritratte nell’atto di bere vini, raffigurate in vasi ed anfore arrivate ai giorni nostri dall’arte funeraria etrusca. Gli esperti hanno confermato dopo attenti studi che queste anfore contenevano vino. Testimonianze scritte di Plinio il Giovane ci parlano dettagliatamente degli ottimi vini dell’Etruria, elogiando in particolar modo un vino chiamato “Estesiaca” prodotto nelle zone di Cortona.

La bonifica della Valdichiana

Una lunga pausa nella produzione vinicola in tutta la zona della Valdichiana fu dovuta alla trasformazione della valle in un malsana palude, la cui bonifica iniziò a dare frutti solo dopo la metà del 1500. In quel periodo i vini della zona di Cortona furono particolarmente apprezzati da Papa Paolo III, che nelle sue visite nella città di Perugia si faceva mandare il vino per i banchetti da Cortona, come descritto in un documento del suo bottigliere, Sante Lancerio, conservato nella Biblioteca Civica di Ferrara. L’occupazione Napoleonica dei primi anni dell’800 fece diffondere nella zona anche vitigni internazionali, soprattutto grazie all’aiuto del Granduca di Toscana, personaggio dalle spiccate tendenze esterofile.

In questo periodo, l’enologo De Astis afferma che il Bianco Vergine della Valdichiana era un vino esportato in Francia ai produttori di Champagne, in quanto il vitigno era particolarmente adatto alla sua preparazione mentre i vitigni francesi erano stati distrutti dalla filossera. Le carte dell’Istituto Vegni riferiscono anche dell’esportazione di numerosi ettolitri di vino verso la Svizzera.

Considerata la grande varietà di vini, il “Cortona” si presta per un’ampia scelta di piatti: dai primi piatti fino alle carni, alla cacciagione e, naturalmente, ai dolci per le tipologie Vin santo. La zona di produzione del Cortona DOC, comprende i terreni vocati alle produzioni vinicole di qualità del comune di Cortona e l’impianto è consentito solo sopra i 250 s.l.m.

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